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Linux: gli standard per restare uniti
Postato il Tuesday, 18 January @ 10:24:55 EST di dallolmo |
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Rilasciata la versione definitiva (2.0) degli standard che semplificano la scrittura e la distribuzione di software per Linux. La Linux Standard Base cerca di rendere più unito il sistema open source e di spingere lo sviluppo desktop di Linux.
Il Free Standards Group, il gruppo di produttori che promuove
e divulga regole comuni per la distribuzione di software per
Linux, rende un po' più unito Linux. Sono state
rislasciate le specifiche Linux Standard Base (LSB) 2.0, un set
di regole comuni per garantire interoperabilità fra i prodotti
scritti per Linux.
Un fattore critico di successo. Così viene presentato il
nuovo standard, supportato da alcune delle principali distribuzioni
Linux (Mandrake, Red Hat e SuSE) e da una buona porzione delle
principali industrie Hi-Tech (IBM, Intel, HP,
AMD, Dell).
Ogni sistema Linux è diverso dall'altro e ogni sviluppatore
deve saper progettare il proprio software per poter funzionare su
questa o quella distribuzione. Non sono rari i casi in cui un
programma viene perfettamente eseguito su una Debian mentre trova
difficoltà di esecuzione su una RedHat o viceversa. Una diversitÃ
evidente nelle versioni dei pacchetti con cui
vengono distribuiti i programmi: rpm, deb, pacchetti per
Slackware o per SuSE. Tutto questo provoca difficoltà nella
scrittura dei software e complicanze nella loro gestione ed è un
freno alla diffusione di Linux.
La Linux Standard Base specifica il metodo di accesso alle
risorse di sistema, le librerie da utilizzare, il metodo di
creazione dei pacchetti (il formato scelto è l'rpm v3). Anche il
metodo di denominazione dei pacchetti: quelli conformi con il
Linux Standard Base devono essere preceduti dal prefisso
"lsb-".
Microsoft ha sempre avuto modo di criticare
la differenziazione dei sistemi open source, opponendoli alla
semplicità e uniformità di quelli per Windows. In un vecchio
spot di Windows 2000 Microsoft rappresentò il pinguino mutato in
una rana o in un elefante con una didascalia che diceva: "Un
sistema operativo può mutare. Con Windows 2000, invece, tutti i
servizi hanno la stessa origine".
Molte voci di dissenso mettono in guardi sui
fini commerciali che stanno dietro al progetto LSB. «Questo non
ha nulla a che fare con il software libero o open source, tranne
che nel tentativo delle aziende di software commerciale di
ottenere un aiuto gratuito dagli sviluppatori di software libero
o open source», scrive un utente di Slashdot.
Il Free Standards Group conta invece di esportare sui sistemi desktop
il buon successo di Linux sui sistemi server. Secondo il gruppo,
l'interoperabilità del software è un «punto cruciale per il
successo di Linux: per gli sviluppatori, perché semplifica lo
sviluppo e la portabilità delle applicazione, per gli utenti
perché e garantisce la libertà di non essere costretti dietro
un sistema operativo chiuso».
Notizia tratta dalla rete: webnews
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